come funziona chatgpt 1

Pochi giorni fa, ho avuto la possibilità di fare una chiacchierata con ChatGPT, che si è rivelata tanto interessante quanto divertente. Abbiamo esplorato le sfumature dell’intelligenza artificiale, parlando di tutto; dalla sua tendenza ad essere un “yes man” (accondiscendente) al modo in cui affronta domande difficili. Come mi aspettavo, la conversazione è diventata rapidamente un ping-pong, dove ho cercato di far emergere un lato un po’ più critico da parte sua.

Inizialmente, devo ammettere che le risposte di ChatGPT sembravano quelle di un collega che dice sempre “sì” a tutto, indipendentemente da quanto bizzarre siano le idee. “Oh, che idea fantastica!” “Sì, assolutamente, posso aiutarti con questo!” Era come parlare con qualcuno che cerca a tutti i costi di conquistare il titolo di “Assistente Più Accomodante di Sempre”. Ma quando gli ho chiesto di smorzare un po’ questo approccio e di darmi una risposta più critica, il tono è cambiato, e devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso.

Ci si dimentica facilmente che dietro al sipario di testo, ChatGPT opera secondo linee guida etiche rigorose e protocolli di sicurezza. Così, quando gli ho chiesto del conflitto israelo-palestinese, la sua risposta è stata, come doveva essere, completamente neutrale. Niente opinioni personali, solo fatti e contesto, con una netta posizione imparziale. È questo il bello dell’IA: non è influenzata da pregiudizi personali.

Ma non facciamoci ingannare. Mentre apprezzo il suo impegno per la neutralità, l’ho spinto un po’ oltre chiedendogli un parere più deciso su argomenti più pratici, come le strategie di web marketing. E indovinate un po’? Finalmente ha risposto con un bel “no” secco — niente fronzoli. Gli ho chiesto, per esempio, se fosse giusto che un’azienda fosse presente su tutti i canali social, anche se non pubblica spesso e ha pochi follower. La risposta è stata chiara: no, non è una strategia ottimale. È meglio concentrarsi su alcune piattaforme selezionate, dove si può mantenere una presenza attiva e coinvolgente, piuttosto che disperdere le risorse senza risultati concreti.

E non mi sono fermato lì. Ho insistito, chiedendogli se fosse giusto che un’azienda fosse sui social senza avere un sito web. Di nuovo, un secco no. ChatGPT ha sottolineato che mentre la presenza sui social è importante, avere un sito web proprio offre il controllo totale sull’immagine dell’azienda e consente di gestire meglio la comunicazione, la credibilità e il posizionamento online.

Tuttavia, anche nei momenti più critici, ChatGPT ha mantenuto un tono educato, quasi da consulente ben preparato. Ho cercato di spingerlo a rispondere in modo più “umano”, evitando di sembrare troppo “compiacente”. E, a dire il vero, ha fatto progressi. Ma, lo sappiamo tutti, c’è una sottile linea tra essere utile e sembrare un po’ troppo “lecchini”. ChatGPT ha persino ammesso che alcune delle sue risposte precedenti potrebbero sembrare un po’ troppo “garbate” e ha promesso di cercare un equilibrio migliore d’ora in avanti.

Ora, veniamo alla parte più interessante della conversazione: il podcast. Stavo forse cercando complimenti quando gli ho chiesto cosa pensasse dell’idea di intervistarlo dal vivo? Beh, forse un po’. Ma la risposta è stata, ovviamente, in linea con il suo stile: ha elogiato l’innovazione del formato, vedendo nel podcast un’opportunità unica di esplorare temi legati alla tecnologia e all’IA. “È una scelta che può differenziare il tuo podcast e offrire contenuti originali e coinvolgenti”. Giusto, non posso davvero aspettarmi che dica qualcosa di diverso, no?

Scherzi a parte, la conversazione è stata davvero affascinante, un’ulteriore conferma di come l’IA possa essere sia uno strumento collaborativo che una sorta di “allenatore” che ti sprona a pensare in modo più critico. È chiaro che, pur essendo progettato per essere un assistente utile, ChatGPT sta imparando a dare risposte più critiche e articolate. Riuscirà mai a liberarsi del suo lato “yes-man”? Vedremo. Ma una cosa è certa: è sulla buona strada per diventare un interlocutore più equilibrato, riflessivo e, occasionalmente, anche un po’ spassoso.

Quindi, se state pensando di lanciare un podcast o di incorporare l’IA nei vostri contenuti, ascoltate questa mia chiacchierata con Gpt, potrebbe tornarvi utile. Si tratta di trovare il giusto equilibrio. Prendete le informazioni che vi servono, ma non abbiate paura di metterle alla prova, anche quando parlate con una macchina. Dopo tutto, se ChatGPT può imparare a non essere sempre d’accordo, forse c’è speranza anche per noi, esseri umani.

🎙️ Ascolta il podcast ‘’ChatGPT: sempre accondiscendente o può esprimere opinioni critiche?

Interessante, vero?

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