Hai sentito parlare del famigerato “neuromarketing” e non sai se sia realtà o fantascienza? Perché fare Neuromarketing?

Qualcuno ti ha detto che, con le strumentazioni di neuromarketing, si può leggere nella mente delle persone per poterle manipolare come meglio si crede? Oppure che ormai il marketing “tradizionale” è tutto da rifare sulla luce delle scoperte del neuromarketing? Se sei uno tra i tanti interessati all’argomento e non sai dove reperire informazioni serie e scientificamente corrette, allora sei nel posto giusto!

Mi presento, sono Laura Pirotta, psicologa, formatrice e consulente di neuromarketing, e attraverso questo blog ti accompagnerò in questo percorso di scoperta del neuromarketing con un approccio scientifico ma, allo stesso tempo, molto pratico perché il mio obiettivo principale è quello di darti degli spunti interessanti per il tuo business, per i tuoi studi o, semplicemente, per soddisfare la tua curiosità.

Mi sono appassionata di neuromarketing perché, quando ho lavorato per diversi anni nel marketing di grandi multinazionali, ero stanca di tirare a indovinare, di sperare, di ipotizzare, di incrociare le dita. Mi ero sempre più resa conto che in azienda possedevamo i più svariati dati di mercato e insight dai consumatori ma brancolavamo nel buio. Lanciavamo i prodotti sulla base di ciò che ci dicevano 8 sciure Maria del focus group e andavamo (metaforicamente) ad accendere un cero in chiesa nella speranza che quelle sciure ci avessero visto giusto e che noi avessimo azzeccato le previsioni.

Il punto è che le teorie, i modelli e le strategie di marketing sono state inventate dall’uomo sulla base dell’intuito e delle sue esperienze passate ma, non sempre, una strategia che ha avuto successo per un prodotto in un determinato contesto sarà di successo anche per altre realtà.

Laura Pirotta consulente e formatrice di neuromarketing

Alcune ricerche americane sostengono che l’80% dei prodotti lanciati sul mercato nel giro di 3 mesi falliscono e nel giro di un anno vengono ritirati dal mercato (una statistica inquietante direi … ma, anche se fosse il 50%, sarebbe una numerica ugualmente spaventosa visti gli investimenti economici e di risorse per la realizzazione di un singolo prodotto, di qualsivoglia natura).

 “Ma cosa diavolo avranno mai in testa i consumatori che prima dicono una cosa e poi ne fanno un’altra?”. Questa domanda che mi ripetevo costantemente, suonava un po’ paradossale visto che io stessa sono in tutto e per tutto una consumatrice e mi contraddico tanto quanto gli altri (prima dico che lo compro e poi non lo compro… prima dico che mai lo comprerò e poi senza farmi notare, tac…). Del resto, come dice Walt Whitman: “Mi contraddico? Certo che mi contraddico! Sono grande, contengo moltitudini”.

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La mia laurea in psicologia non mi veniva in aiuto in questo caso perché la psicologia serve ad analizzare e osservare il comportamento d’acquisto di una persona e non ciò che succede realmente nel labirinto della sua mente prima di mettere in atto un dato comportamento.

La mia passione per le neuroscienze, che mi ha portato persino a realizzare delle lezioni gratuite sul cervello che ho postato sul mio canale youtube con un seguito incredibile tra studenti e professionisti della salute, mi ha spinto a trovare la risposta che cercavo lì… nel labirinto del nostro cervello e, un bel giorno, tra un marketing plan e l’altro, sono stata letteralmente folgorata dalla lettura di un libro che ha cambiato completamente il mio modo di pensare e vedere il marketing.

Quel libro di Martin Lindstrom “Neuromarketing. Attività cerebrale e comportamenti d’acquisto” (qui il link per acquistarlo su amazon, se siete interessati), che tengo ancora come un oracolo sulla scrivania del mio studio, ha cambiato completamente il mio percorso professionale.

Sempre più aziende stanno aprendo gli occhi sul neuromarketing e mi chiamano per vederci più chiaro. Sono orgogliosa di essere tra i pochi formatori e consulenti di neuromarketing in Italia e il mio ambizioso obiettivo è quello di divulgare questa branca del marketing nelle aziende e portare qualità e successo al business di multinazionali come anche di piccole e medie imprese.

La mia speranza è di creare un terreno fertile e sano sul neuromarketing, prima che arrivino i cialtroni che si vendono come super esperti solo perché sono dei bravi venditori porta-porta, trasmettendo il malsano concetto che con il neuromarketing si possono manipolare le persone e farle diventare come dei robot a cui far fare ciò che si vuole.

Il neuromarketing è ben altro e non può e non deve essere insegnato da chiunque si limiti solo a leggere un libro sull’argomento senza delle basi solide di psicologia, neuroscienze e marketing.

Se sei interessato a scoprire l’affascinante mondo del neuromarketing in modo semplice, pratico ma, allo stesso tempo, rigorosamente basato sulle evidenze neuroscientifiche, allora sei nel posto giusto e ti auguro una buona lettura dei prossimi articoli!